QUELLA STELE ROMANA SULL’AURELIA – Salviamo il patrimonio archeologico di Santa Marinella | Una autointervista del Prof. Luciano Pranzetti – Parte Seconda

Abbiam chiesto al prof. Luciano Pranzetti di parlarci di uno dei tanti reperti archeologici di cui è ricca Santa Marinella: la STELE, con scritta latina, che ricorda la ricostruzione di un ponte da parte di Lucio Settimio Severo e Marco Aurelio Antonino.

“E’ una stele alta circa tre metri – 2,30 per l’esattezza – larga quasi un metro – 90 cm – in travertino, spezzata in due tronconi che reca l’iscrizione latina in caratteri alti 7 cm, attestante il rifacimento del PONTE DI APOLLO (?) travolto dalla violenza del MARE e dei FIUMI. La scritta – perdonate la pedanteria – così parla:

“IMP. CAESAR L. SEPTIMIUS SEVERUS PIUS PERTINAX AUG. ARABICUS ADIABENIC. PARTHICUS MAX. PONTIFEX MAXIMUS TRIB. POTESTATIS XIV IMPERATOR XI COS. III PATER PATRIAE ET CAESAR AURELIUS ANTONINUS PIUS FELIX AUG. TRIB. POTESTATIS IX CONSUL II P. P. PARTHICUS MAXIMUS BRITANNICUS MAXIMUS PONTEM APOLLINIS MARIS ET FLUMINUM VIOLENTIA EVERSUM A FUNDAMENTIS PECUNIA SUA FECERUNT = l’Imperatore Lucio Settimio Severo Pio Pertinace Augusto, (vincitore) degli Arabi, degli Adiabenici, dei Parti massimo, Pontefice massimo (insignito) della potestà tribunizia per la XIV volta (acclamato) Imperatore, per la XI e (onorato) per la III Padre della Patria, e l’Imperatore Cesare Marco Aurelio Antonino Pio Felice Augusto (insignito) della potestà tribunizia per la IX volta, (onorato) del Consolato per la II volta, Padre della Patria, (vincitore) dei Parti massimo, (vinncitore) dei Britanni massimo, il Ponte di Apollo, distrutto dalle fondamenta per la violenza del mare e dei fiumi, con denaro proprio ricostruirono.

In sintesi, la stele ci comunica che L. Settimio Severo e Caracalla (Marco Aurelio Antonino) – II / III sec. d. C. – ricostruirono, nel 206, a proprie spese, il ponte di Apollo a tre arcate e lungo circa 200 metri che ivi era crollato per la furia dell’alluvione. Il fiume – o più fiumi ? o le acque – andrebbe ravvisato nelll’attuale Fosso Sciatalone (castelsecco), lo stesso che il 2 ottobre 1981, durante l’apocalittico e breve nubifragio, ghermì, rapace, tre giovani vite..
La stele fu restaurata dalla Sovrintendenza dell’ Etruria Meridionale e, nel 1956, il Comune la collocò su un basamento, al limitare della Via Aurelia, esattamente al km. 59,770, ove era stata ritrovata.
I ricordi della nostra adolescenza ci riportano a quelle giornate estive quando, allora, la purezza delle acque dello Sciatalone ci permetteva, presso lo slargo della foce, dove il fiume si”INSALA”, bagni e pésca di anguille. Ebbene: ricordiamo, assai nitidamente, ruderi piuttosto imponenti, nascosti nella vegetazione, che oggi, alla nostra ragione informata, appaiono come le PILE o spalle di un ponte. Sarebbe il caso di verificare. Perciò passiamo l’incarico alle competenti autorità. Attualmente la stele non desta molta curiosità, pur nella sua eccezionale presenza e son pochi a conoscerne l’esistenza. E allora, vogliamo trovarle una sede più degna e sicura, tanto per iniziare il discorso sulla tutela del patrimonio archeologico e tanto per lanciare l’idea di un vero Museo Civico?
Che sia l’ANTIQUARIUM di Santa Seera? D’accordo, ma tutto da riformare e da rifondare-

(PORTA PORTESE – 12 dicembre 1989)

Gli estremi della stele o meglio, dei due imperatori, sono citati nel testo: Ida Calabi Limentani – EPIGRAFIA LATINA ED. Cisalpino 1991 pag. 479–480