050122 – CRONACHE DA UN PESSIMO FILM | Una riflessione di Gianluca Marletta

“Stamattina vado a portare delle medicine ad un’anziana signora nostra amica con un principio di polmonite post-covid. Incontro il mio carrozziere impanicato che viene dall’ennesimo tampone appena fatto: mi dice sgomento che sua figlia è positiva, suo genero pure e con sintomi. E’ sgomento perché lui e tutta la famiglia sono tri-dosati.”
Per strada il clima è di nuovo quello da film-distopico: mascherine alzate pure in mezzo al parco, file davanti alle farmacie, i discorsi dei passanti raccontano solo e sempre di contagi e vaccini.
Un mio amico (non vaccinato) é in ospedale con l’ossigeno; un ragazzo di 35 anni (vaccinato) sta intubato; eppure, delle decine e decine di persone “contagiate” che conosco, il 99%, vaccinati o non vaccinati, si sono fatti si e no due giorni con 37.5. Misteri del Covid che scopriremo solo vivendo (o più probabilmente nel post-mortem).
I nostri governanti, eterodiretti da altri poteri e in stato di confusione totale, perseguono intanto le loro “politiche sanitarie”. Eppure, se osservi il linguaggio del loro corpo e il tono delle loro parole, capisci che il dubbio attanaglia anche loro. Certo, alle brutte sanno (o sperano?) che un elicottero della BigFarma li porterà via in qualche isola tropicale, lontano dai sorci impazziti: ma quanto puoi essere sicuro che il diavolo manterrà le sue promesse?
Un mio amico farmacista – uno tosto, fisicamente gagliardo, combattente di Kick Boxing – è stato costretto, dopo mesi di resistenza, a fare la prima dose di vaccino: é finito in ospedale con aritmie pericolose; dubito che potrà farsi le prossime dosi, ergo, per lo Stato neanche la prima é servita a nulla!
La bolletta del gas di quasi 200 euro mi ricorda che, oltre al Covid e al vax, ci sono problemi enormi all’orizzonte: in altri tempi, quando non si contavano i positivi post-capodanno, la gente avrebbe perlomeno mormorato qualche lamento e gridato al “governo ladro”; oggi no, oggi l’unica cosa è sfangarla col tampone e tirare avanti un’altra settimana.
Un ex-combattente serbo, con più cicatrici che anni stampati addosso, dice che, durante la loro guerra, almeno il nemico lo avevi davanti: adesso il nemico è invisibile e impalpabile, ti logora dentro, ti guarda con gli occhi sgomenti dei passanti… come in un film, un pessimo film, uno di quei film brutti e noiosi che alla fine cambi canale.
Ieri sera mi hanno informato che in Kazakhistan è scoppiata l’ennesima rivoluzione colorata (per provocare la Russia, suppongo). Un po’ li invidio: sono popoli forti quelli, sanno ancora morire con onore. Noi invece sembriamo destinati ad una morte lenta e putrida, rinchiusi nelle nostre topaie.
Per chi crede, forse è un’occasione d’oro per pregare, per raccogliersi, per ritornare a Dio. Chi crede invece nel grande nulla immagino che – se potrà – si sparerà tutta la scorta di preservativi con la prima che capita; naturalmente con la FFP2 in faccia. …chissà se sperano ancora che “torneremo come prima”.
A Roma oggi il sole è caldo, ma soffia un vento uggioso e lamentoso.

Gianluca Marletta